Il Consiglio Comunale del 29 giugno 2018 si è tenuto con un ordine del giorno diverso dal consueto, perché, oltre a questioni correnti e alle ormai abituali (ahinoi!) varianti del piano regolatore, il gruppo consiliare “Insieme per Pianezza” (la maggioranza del Sindaco Castello) ha presentato una mozione riguardo l’intitolazione di una via o una piazza della città a Oriana Fallaci, e un ordine del giorno (erroneamente indicato come mozione nell’odg del Consiglio) riguardo all’adesione del Comune di Pianezza al Comitato “Piemonte Autonomo”, promotore di un referendum per l’autonomia regionale.
Ma procediamo con ordine. Sia il nostro Gruppo Consiliare, sia il Movimento 5 stelle ha chiesto in apertura del Consiglio di presentare interrogazioni urgenti sull’incendio sviluppatosi nell’impianto di Punto ambiente, sul territorio del comune di Druento, per avere informazioni sulle eventuali ripercussioni sul nostro Comune. Il Sindaco ha riportato il parere tranquillizzante dell’Arpa, sottolineando però che è allarmate la frequenza con cui si ripetono casi di questo genere nelle nostre zone: negli ultimi tre anni sono stati rilevati 30 casi in Piemonte, di cui: 8 dovuti alla cattiva gestione degli impianti, 16 collegabili al ciclo di funzionamento dell’impianto, 4 casi incerti, 2 dovuti a violazioni della sicurezza.
Il nostro gruppo consiliare ha presentato due interrogazioni da discutere in Consiglio:
- la prima (eccola) riguarda la condizione attuale del tanto strombazzato progetto di cablaggio in fibra ottica dell’intero territorio comunale. La risposta è stata illustrata dal Sindaco: sembra di capire che il problema stia nel fatto che, per affrettare i tempi rispetto alle previsioni regionali, l’amministrazione si è rivolta ad altre compagnie e si sono create le condizioni per un contenzioso tra Tim e Openfiber, in particolare sull’utilizzo degli “armadietti”. Insomma, il cablaggio esiste su tutto il territorio comunale, ma non è funzionante. Secondo il Sindaco l’obiettivo è di risolvere tutto entro la fine del 2018.
- la seconda riguarda la possibilità di sgravare di qualche tributo gli esercizi commerciali che hanno riportato dei danni dai prolungati lavori stradali nel Centro storico. La risposta è stata che gli esercenti che hanno subito disagio saranno sgravati dal pagamento della TARI 2018.
Il capogruppo di “Insieme per Pianezza” Pensato ha spiegato che, nonostante la toponomastica non sia materia che richieda deliberazione del Consiglio, il suo gruppo ha scelto di presentare una Mozione sull’intitolazione di una via o piazza di Pianezza a Oriana Fallaci, per la particolare statura del personaggio. Il consigliere Gobbo ha dato lettura del testo, rendendo il dovuto merito per la stesura al consigliere Blandino, assente.
La “breve” (si fa per dire) “riflessione biografica” che ripercorre la storia personale di Oriana Fallaci potete leggerla tale e quale sul sito di biografieonline.it (colpevole anche di un errore della data di nascita, corretto durante la lettura della mozione) con un paio di inserti da wikipedia. Non lo osserviamo per polemica o – peggio – per spocchia, ma perché, se l’intenzione era quella di celebrare la figura di un’intellettuale originale, scomoda, anticonformista, forse si poteva fare lo sforzo di riassumere davvero la sua biografia in uno scritto più breve e più efficace.
Le nostre obiezioni non hanno riguardato l’intitolazione di una via a una donna che ha avuto l’indiscutibile merito di farsi strada nel giornalismo, per di più come inviata, e in zone di guerra, in un periodo in cui il giornalismo era ancora una professione quasi esclusivamente maschile, e di prendere sempre nettamente posizione, e neppure la scelta di citare esplicitamente nella mozione alcune delle sue posizioni e non altre, perché alla fine l’intitolazione sarà alla persona nella sua complessità, indipendentemente da quali sue parole si sono citate nel documento del Consiglio Comunale.
Abbiamo invece proposto un emendamento alla parte iniziale della mozione, laddove si esplicitavano le intenzioni del Consiglio Comunale: «Ricordiamo il coraggio ripetutamente dimostrato nel vivere in luoghi di guerra, l’anticonformismo, la sua sincera mancanza di ipocrisia ed il totale rifiuto nei confronti del pensiero unico in qualunque forma o colore politico esso si fosse manifestato. Tale atteggiamento le permise di non scendere mai a compromessi, denunciando con largo anticipo il futuro dilagare del fondamentalismo islamico in molte regioni europee, oggi argomento di grande preoccupazione sociale e demografica.» Sono questi ultimi gli aggettivi che abbiamo proposto di emendare, sostituendoli con “politica e culturale“. Non si tratta di un cavillo: mentre è realistico dire che oggi il diffondersi del fondamentalismo islamico anche in Europa sia argomento di preoccupazione “politica e culturale” (molto seria anche tra i nostri concittadini musulmani), non è sostenibile in alcun modo il presupposto implicito nella coppia di aggettivi “sociale e demografica”: l’implicazione è infatti che esista un gruppo identificabile nelle nostre società che sarebbe in quanto tale “portatore” del fondamentalismo islamico, e – quel che è peggio – che questo gruppo costituirebbe una minaccia demografica in quanto più prolifico del resto della popolazione europea. Questa implicazione era per noi assolutamente inaccettabile per due ragioni fondamentali:
- il fondamentalismo non è un problema che coinvolge tutti gli islamici, mentre considerare la preoccupazione per il fondamentalismo islamico un allarme “sociale” allarga il discorso tendenzialmente a tutti i gruppi sociali islamici.
- riteniamo che non esistano “razze” diverse da quella umana e pertanto non ci pare possa esistere una “preoccupazione demografica” se non quella relativa all’aumento della popolazione umana sul pianeta Terra. Il fatto che, in un continente sempre più “vecchio” come l’Europa, ci siano comunità di origine straniera più prolifiche della media può costituire motivo di preoccupazione soltanto per chi fa differenza tra esseri umani in base al colore della pelle o alla loro origine.
Va riconosciuto alla maggioranza che probabilmente aveva usato gli aggettivi che abbiamo chiesto di emendare ingenuamente, senza nessuna intenzione discriminatoria o razzista. E infatti, dopo una breve consultazione, il nostro emendamento è stato accolto, consentendo l’approvazione della mozione all’unanimità.
L’ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare di maggioranza proponeva l’adesione del Comune al Comitato denominato “Piemonte Autonomo”, promotore di un referendum per l’autonomia del Piemonte. La nostra posizione è stata critica.
In primo luogo poiché il referendum in questione avrebbe solo ed esclusivamente una funzione consultiva e quindi non vincola in alcun modo gli organi preposti ( regione e governo), così come stabilisce la Costituzione).
In secondo lugo poiché rappresenta solo ed esclusivamente una posizione propagandistica, con relativo spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate in altro modo, anche e soprattutto in ragione del fatto che la Regione Piemonte ha già deliberato a gennaio 2018 la richiesta di inzio della procedura di trattativa con il governo per l’ottenimento di una maggiore autonomina, così come previsto dall’art.116 della Costituzione. Ora che il Governo si è insediato avrebbe a nostro avviso molto più senso sollecitare i ministri competenti a coltivare quanto iniziato dalla Regione Piemonte.
Occorre ricordare infatti che, nonostante la fuorviante propaganda leghista, il rederendum non concede alcuna ulteriore autonomia alla nostra regione che comunque, qualsiasi sia l’esito delle urne, si troverà costretta a intraprendere il confronto con il governo. Ultima nota tecnica: non avendo carattere vincolante, l’istituto referendario in questo caso non prevede quorum e quindi sarà comunque difficile interpretare i risultati ( come abbiamo visto nei recenti esempi di Lombardia e Veneto).
Esempio positivo della trattativa tra organi dello stato (regione e governo) è rappresentato dall’Emilia Romagna che, senza alcuna spesa ulteriore, ha intrapreso la trattativa prevista dalla costituzione ed oggi si trova già con l’accordo fatto, mentre le altre due regioni ( Lomabardia e Veneto) sono ancora in alto mare, nonostante ora i temi in questione dovrebbero essere particolarmente cari ai nuovi ministri.
Cosa resta di tutto questo ragionamento che è stato argomentato durante la discussione in Consiglio? a nostro avviso solo l’aspetto propagandistico, che ha come scopo unico tenere il paese in una costante e continua campagna elettorale, così da nascondere la mancanza di capacità di realizzare le mirabolanti promesse elettorali delle due componenti di questo governo.
La maggioranza in Consiglio ha mantenuto la sua posizione, come volevasi dimostrare, e l’Ordine del giorno è stato approvato con il nostro voto contrario.